«Portino insieme l’uomo e la sua donna pari concorso al gaudio dell’amplesso. Il gemito d’amore deve nascer da sé, dalla sua bocca: voglio ch’ella mi dica d’andar presto o di fare più piano. Oh, ch’io la veda, smarriti gli occhi, e tutta delirante, ch’io l’oda dire nel languore estremo: “O basta, basta, non toccarmi più!”. Non conviene, credimi, accelerare il gaudio estremo ma lentamente devi ritardarlo con raffinato indugio. E quando il luogo tu scoprirai su cui goda carezze più che altrove da te, vano pudore non freni le tue magiche carezze. Vedrai gli occhi di lei farsi lucenti. E subito verranno i suoi lamenti, il delizioso mormorare, il gemito dolce così a udirsi, e le parole più adatte al vostro gioco. Ma tu cura a non volare a troppo gonfie vele e abbandonarla, e terminar la corsa prima di lei. Correte a fianco a fianco, fino alla meta. Il godimento è pieno quando, vinti ad un tempo, e tu e lei, soccomberete insieme»
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Nicoletta Tomas |
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