Se mi vieni a trovare
vieni lentamente e con gentilezza
per non spezzare
"L'Arte non è mai casta, si dovrebbe tenerla lontana da tutti i candidi ignoranti. Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Sì, l'Arte è pericolosa. Se è casta non è arte." Pablo Picasso
venerdì 30 settembre 2016
giovedì 29 settembre 2016
STAVO ZITTA....
Stavo zitta, avevo fatto voto
di non rimproverarti mai
il tuo spirito squadrato, vuoto, negato
a ogni slancio, a ogni sfogo;
ma questa sera che il cielo d'autunno...
sfoglia un sole struggente,
lascia che la mia voce si abbandoni
a tradire i segreti del sangue:
- Lo sai tu, caro cuore senza dolcezza,
cara anima insensibile e ostinata,
in questo giorno che io ti confesso
la mia nativa e fiera tristezza,
quante volte mi sono ammazzata?
di non rimproverarti mai
il tuo spirito squadrato, vuoto, negato
a ogni slancio, a ogni sfogo;
ma questa sera che il cielo d'autunno...
sfoglia un sole struggente,
lascia che la mia voce si abbandoni
a tradire i segreti del sangue:
- Lo sai tu, caro cuore senza dolcezza,
cara anima insensibile e ostinata,
in questo giorno che io ti confesso
la mia nativa e fiera tristezza,
quante volte mi sono ammazzata?
mercoledì 28 settembre 2016
LEGGI.........
Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,...
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,...
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:
libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,
una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da
tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri
Maria Do Rosario Pedreira
dipinto: Escha Van Den Bogerd
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,
una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da
tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri
Maria Do Rosario Pedreira
dipinto: Escha Van Den Bogerd
martedì 27 settembre 2016
POESIA ILLEGITTIMA....
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa...
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa...
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
UN OSPITE....
Non sei mio
non sei
nella mia vita
al mio fianco
non mangi alla mia tavola...
ne' ridi ne' canti
ne' vivi per me.
non sei
nella mia vita
al mio fianco
non mangi alla mia tavola...
ne' ridi ne' canti
ne' vivi per me.
lunedì 26 settembre 2016
domenica 25 settembre 2016
NESSUNO CAPIVA IL PROFUMO....
Nessuno capiva il profumo
Dell'oscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi
Un colibrì d'amore fra i tuoi denti.
Mille cavallini persiani dormivano
Sulla piazza con la luna della tua fronte,
Mentre per quattro notti io stringevo
La tua vita, nemica della neve.
Fra i gessi e i gelsomini, il tuo sguardo
Era un pallido ramo di sementi.
Cercai, per darti, nel mio cuore
Le lettere d'avorio che dicono sempre
Sempre, sempre: giardino della mia agonia,
Il tuo corpo fuggitivo per sempre,
Il sangue delle tue vene nella mia bocca.
La tua bocca senza luce per la mia morte.
Federico Garcia Lorca
water color: Pablo Picasso
Dell'oscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi
Un colibrì d'amore fra i tuoi denti.
Mille cavallini persiani dormivano
Sulla piazza con la luna della tua fronte,
Mentre per quattro notti io stringevo
La tua vita, nemica della neve.
Fra i gessi e i gelsomini, il tuo sguardo
Era un pallido ramo di sementi.
Cercai, per darti, nel mio cuore
Le lettere d'avorio che dicono sempre
Sempre, sempre: giardino della mia agonia,
Il tuo corpo fuggitivo per sempre,
Il sangue delle tue vene nella mia bocca.
La tua bocca senza luce per la mia morte.
Federico Garcia Lorca
water color: Pablo Picasso
LA FINE....
Se avessi potuto tenerti nel mio cuore,
se solo avessi potuto in me avvolgerti,
quanto sarei stato felice!
Ma ora la carta della memoria davanti
se solo avessi potuto in me avvolgerti,
quanto sarei stato felice!
Ma ora la carta della memoria davanti
una volta ancora mi srotola il corso
del nostro viaggio sin qui, qui dove ci separiamo.
E dire che tu non sei mai, mai stata
una qualche tua realtà, amor mio,
e mai alcuna delle tue varie facce ho visto!
Eppure esse mi vengono e vanno avanti,
e io forte piango in quei momenti.
Oh, mio amore, come stanotte fremo per te,
pur senza più speranza alcuna
di alleviar la sofferenza o ricompensarti
per tutta una vita di desiderio e disperazione.
Riconosco che una parte di me è morta stanotte!
David Herbert Lawrence
dipinto: Edward Hopper
del nostro viaggio sin qui, qui dove ci separiamo.
E dire che tu non sei mai, mai stata
una qualche tua realtà, amor mio,
e mai alcuna delle tue varie facce ho visto!
Eppure esse mi vengono e vanno avanti,
e io forte piango in quei momenti.
Oh, mio amore, come stanotte fremo per te,
pur senza più speranza alcuna
di alleviar la sofferenza o ricompensarti
per tutta una vita di desiderio e disperazione.
Riconosco che una parte di me è morta stanotte!
David Herbert Lawrence
dipinto: Edward Hopper
sabato 24 settembre 2016
PERDONAMI SE TI CERCO COSI'.....
Perdonami se ti cerco cosí
goffamente, dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta.
È che da te voglio estrarre...
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo.
E afferrarlo
e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.
E allora tu
verresti a cercarlo, in alto.
Per raggiungerlo
alzata su di te, come ti voglio,
sfiorando appena il tuo passato
con le punte rosate dei tuoi piedi,
tutto il corpo in tensione d’ascesa
da te a te.
E allora al mio amore risponda
la creatura nuova
goffamente, dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta.
È che da te voglio estrarre...
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo.
E afferrarlo
e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.
E allora tu
verresti a cercarlo, in alto.
Per raggiungerlo
alzata su di te, come ti voglio,
sfiorando appena il tuo passato
con le punte rosate dei tuoi piedi,
tutto il corpo in tensione d’ascesa
da te a te.
E allora al mio amore risponda
la creatura nuova
NON SARA' STATO VANO ASPETTARSI TANTO....
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo...
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo...
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Rosita Vicari (poesia erroneamente attribuita a Pablo Neruda.....fonte: Poesia per Sempre )
dipinto: Tamara de Lempicka
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Rosita Vicari (poesia erroneamente attribuita a Pablo Neruda.....fonte: Poesia per Sempre )
dipinto: Tamara de Lempicka
venerdì 23 settembre 2016
SENZA AMORE....
Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò. Non avrò dolore né
desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di...
ghiaccio.
Non pallida per la notte insonne –
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore –
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera –
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola –
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla –
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo –
ma non vivrò realmente mai più.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò. Non avrò dolore né
desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di...
ghiaccio.
Non pallida per la notte insonne –
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore –
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera –
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola –
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla –
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo –
ma non vivrò realmente mai più.
giovedì 22 settembre 2016
ANCHE DA LONTANO.....
Tienimi stretta
tienimi vicina
portami con te.
Dentro questo passo
in quello che verrà...
dentro questa mano
in quella che nascondi
Dentro ogni pensiero
dentro ogni sgambetto
portami con te
dentro un movimento
dentro la sua pausa
quando siamo fermi
soli in riva al mondo
quando tu mi guardi
quando non rispondo
prendimi la faccia
usa quelle mani
prendimi la faccia
voglio che rimani
Guardami.
e se devi andare
fa che sia per gioco
fa che sia per poco
fa che sia per finta
come nascondino
come da bambino
non è come sembra
tu sei la mia ombra
perché sei con me
anche quando piove
anche quando dormo
anche quando sogno
anche quando ballo
dentro una canzone
dentro un’emozione
dentro il suo riflesso
fuori come adesso
e prima di andar via
prendimi le mani
scioglimi i capelli
scoprimi la pelle
scendi sottotraccia
abita i miei cuori
abita gli odori
abita gli errori
abita la vita.
Vivimi così.
Anche da lontano.
tienimi vicina
portami con te.
Dentro questo passo
in quello che verrà...
dentro questa mano
in quella che nascondi
Dentro ogni pensiero
dentro ogni sgambetto
portami con te
dentro un movimento
dentro la sua pausa
quando siamo fermi
soli in riva al mondo
quando tu mi guardi
quando non rispondo
prendimi la faccia
usa quelle mani
prendimi la faccia
voglio che rimani
Guardami.
e se devi andare
fa che sia per gioco
fa che sia per poco
fa che sia per finta
come nascondino
come da bambino
non è come sembra
tu sei la mia ombra
perché sei con me
anche quando piove
anche quando dormo
anche quando sogno
anche quando ballo
dentro una canzone
dentro un’emozione
dentro il suo riflesso
fuori come adesso
e prima di andar via
prendimi le mani
scioglimi i capelli
scoprimi la pelle
scendi sottotraccia
abita i miei cuori
abita gli odori
abita gli errori
abita la vita.
Vivimi così.
Anche da lontano.
L'ASSENZA M' INSEGUE.....
L'assenza dondola nell'aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l'assenza m'insegue...
... non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l'assenza m'insegue...
... non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada
più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.
Nazim Hikmet (Poesie d'amore, 1963)
dipinto: Laura Den Hertog
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada
più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.
Nazim Hikmet (Poesie d'amore, 1963)
dipinto: Laura Den Hertog
LA FORZA DELL'AMORE....
Scuote Amore il mio cuore
come il vento sul monte
si abbatte sulle querce.
Subito a me il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce...
non esce, e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e gli occhi più non vedono
e rombano le orecchie.
come il vento sul monte
si abbatte sulle querce.
Subito a me il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce...
non esce, e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e gli occhi più non vedono
e rombano le orecchie.
mercoledì 21 settembre 2016
TI VOGLIO E NON SEI QUI.....
Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo
in questo giardino, a respirare il colore che è il pensiero
prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome
è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza
posa, non mi rimarrà accanto.
Stanotte ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti piú nitidi...
delle parole che ti faccio dire e che hai già detto.
in questo giardino, a respirare il colore che è il pensiero
prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome
è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza
posa, non mi rimarrà accanto.
Stanotte ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti piú nitidi...
delle parole che ti faccio dire e che hai già detto.
Ovunque tu sia ora, nella mia testa mi fissi
con uno sguardo, standotene qui mentre la luce fresca della
sera si dissolve nella terra.
Sbaglio la tua bocca ma sorride lo stesso
. Ti stringo a me piú vicino, cosí lontano,
a inventare l’amore finché il canto di uccelli notturni
interrompe e muta quel che doveva succedere, di sicuro,
in ricordo.
Le stelle ci stanno filmando senza scopo.
Carol Ann Duffy,
dipinto: Anna Massey Lea Merritt
con uno sguardo, standotene qui mentre la luce fresca della
sera si dissolve nella terra.
Sbaglio la tua bocca ma sorride lo stesso
. Ti stringo a me piú vicino, cosí lontano,
a inventare l’amore finché il canto di uccelli notturni
interrompe e muta quel che doveva succedere, di sicuro,
in ricordo.
Le stelle ci stanno filmando senza scopo.
Carol Ann Duffy,
dipinto: Anna Massey Lea Merritt
martedì 20 settembre 2016
PRENDI IL MIO CUORE....
Se tu non mi conosci non importa
ogni stella, ogni alba, ogni tramonto
ti parleranno di me come mai
ogni stella, ogni alba, ogni tramonto
ti parleranno di me come mai
MI PIACE CREDERE.....
Mi piace credere
che a volte mi pensi
come capita a me,
che a tratti ti manco e
che se non ci sei è solo...
perché non puoi.
Che ti appartiene
lo stesso desiderio,
che il tempo che ci divide
a volte è un tormento
a volte nostalgia,
un dipinto fatto di noi.
Che la notte a volte ti manco,
che appartengo ad un sogno,
che se nulla avviene
è solo perché non puoi.
Silvana Stremiz
dipinto: Mara Light
che a volte mi pensi
come capita a me,
che a tratti ti manco e
che se non ci sei è solo...
perché non puoi.
Che ti appartiene
lo stesso desiderio,
che il tempo che ci divide
a volte è un tormento
a volte nostalgia,
un dipinto fatto di noi.
Che la notte a volte ti manco,
che appartengo ad un sogno,
che se nulla avviene
è solo perché non puoi.
Silvana Stremiz
dipinto: Mara Light
lunedì 19 settembre 2016
DEDICA.....
Occorre un amore grande
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che è come un puledro avverso,
come una macchina astrusa....
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzuri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l'amore.
Così, quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos'io voglia dire.
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che è come un puledro avverso,
come una macchina astrusa....
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzuri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l'amore.
Così, quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos'io voglia dire.
LE POESIE D'AMORE DI MARICHIKO...... (2)
XXXI
Un giorno di questi in una manciata
di cenere ci sarà tutto quello
che resta delle nostre menti appassionate,
l’intero mondo creato
dal nostro amore, la sua origine
e la sua sparizione.
XXXII
Ti stringo la testa fra le
cosce e premo contro la
tua bocca e ondeggio
all’infinito in una barca
d’orchidee sul Fiume Celeste.
XXXIII
Non posso dimenticare
il buio profumato all’interno del-
la cortina nera dei miei capelli,
quando ci svegliamo per fare l’amore
dopo una lunga notte d’amore.
XXXIV
Ogni mattina svegliandomi
sola, sogno che il mio braccio
sia la tua dolce carne
che mi preme le labbra.
XXXVII
È solo il vento
fra i bambù,
o tu che vieni?
Al minimo rumore,
il soprassalto del cuore.
Provo a calmare il tormento
e cerco un po’ di sonno,
ma riesco solo ad agitarmi di più.
XXXVIII
Ho atteso tutta la notte.
A mezzanotte già bruciavo.
All’alba, sperando
di sognarti ho posato
la testa stanca
sulle braccia conserte,
ma i canti degli uccelli appena
svegli mi tormentavano.
XL
Come la ruota segue lo zoccolo
del bue che tira il carro,
la mia pena segue i tuoi passi
quando all’alba mi lasci.
XLIII
Due fiori in una lettera.
La luna scende fra lontane colline.
La rugiada bagna i bambù.
Io aspetto.
I grilli sul pino cantano tutta la notte.
A mezzanotte suonano le campane del tempio.
Le oche selvatiche gridano dall’alto.
Nient’altro.
XLIV
I capelli in disordine
li devo all’insonne talamo solitario.
Occhi sbattuti e guance smunte
sono colpa tua.
XLVIII
Le lucciole della nostra gioventù
se ne sono andate via,
grazie all’efficace insetticida
della nostra mezza età.
L
Nel parco, un corvo si sveglia
e grida sotto la luna piena,
io mi sveglio e sospiro
per gli anni ormai passati.
LI
Mi prendesti perché mi amavi?
Mi prendesti senza amore?
O mi prendesti solo
per provare il mio cuore?
LII
Una volta brillavo come
una montagna innevata.
Ora sono persa come
una freccia scagliata nel buio.
Lui se n’è andato e io devo imparare
a vivere sola, a dormire
da sola come un eremita
sepolto nella giungla profonda.
Devo imparare a stare
sola, come l’unicorno.
LIII
Senza di me puoi solo
vivere alla cieca come
una pallina da ping pong che cade.
Sono io la tua saggezza.
LV
La notte è troppo lunga per gli insonni.
La strada è troppo lunga per chi è stanco.
La vita è troppo lunga per una donna
resa insana dalla passione.
Perché mi capitò una guida disonesta
sui tortuosi sentieri dell’amore?
LVI
La carne che hai amato
è fragile e per natura instabile
come una barca alla deriva.
I fuochi dei pescatori di cormorani
infiammano la notte.
Il mio cuore avvampa in quest’agonia.
Capisci?
La mia vita se ne sta andando.
Lo capisci?
La mia vita.
Svanisco come i pali
che nel fiume Uji trattengono le reti.
La corrente e la nebbia
mi trascinano via.
LVIII
A metà di un sogno
mi faccio attenta
alle voci dei grilli
indebolite dall’inoltrarsi dell’autunno.
Piango per quest’anno
solitario che passa,
e il mio essere stesso
si fa più debole e scompare.
LX
Mi sveglio intirizzita
con la prima luce. Fuori della finestra
una rossa foglia d’acero scivola giù in silenzio.
A cosa credere?
Indifferenza?
Rancore?
Odio la vista del giorno che inizia
da quel mattino, quando
mi gelò il tuo sguardo insensibile
come la luna pallida all’alba.
Kenneth Rexroth
Le poesie d’amore di Marichiko sono una sequenza cronologica di sessanta brevi testi d’amore pubblicata da Rexroth nel 1978 in Morning star, sua ultima raccolta poetica, e da lui attribuita a Marichiko, giovane donna giapponese contemporanea, sostenendo di averla solo tradotta in inglese, ma essendone – come sappiamo – l’autore effettivo. La sequenza racconta la storia di un rapporto d’amore pervaso di desiderio e di passione erotica, poi d’abbandono e d’insopportabile desolazione emotiva. ( Fonte: Fili d'Aquilone N. 19 )
dipinto: Roberta Agostini, "Geisha"
Un giorno di questi in una manciata
di cenere ci sarà tutto quello
che resta delle nostre menti appassionate,
l’intero mondo creato
dal nostro amore, la sua origine
e la sua sparizione.
XXXII
Ti stringo la testa fra le
cosce e premo contro la
tua bocca e ondeggio
all’infinito in una barca
d’orchidee sul Fiume Celeste.
XXXIII
Non posso dimenticare
il buio profumato all’interno del-
la cortina nera dei miei capelli,
quando ci svegliamo per fare l’amore
dopo una lunga notte d’amore.
XXXIV
Ogni mattina svegliandomi
sola, sogno che il mio braccio
sia la tua dolce carne
che mi preme le labbra.
XXXVII
È solo il vento
fra i bambù,
o tu che vieni?
Al minimo rumore,
il soprassalto del cuore.
Provo a calmare il tormento
e cerco un po’ di sonno,
ma riesco solo ad agitarmi di più.
XXXVIII
Ho atteso tutta la notte.
A mezzanotte già bruciavo.
All’alba, sperando
di sognarti ho posato
la testa stanca
sulle braccia conserte,
ma i canti degli uccelli appena
svegli mi tormentavano.
XL
Come la ruota segue lo zoccolo
del bue che tira il carro,
la mia pena segue i tuoi passi
quando all’alba mi lasci.
XLIII
Due fiori in una lettera.
La luna scende fra lontane colline.
La rugiada bagna i bambù.
Io aspetto.
I grilli sul pino cantano tutta la notte.
A mezzanotte suonano le campane del tempio.
Le oche selvatiche gridano dall’alto.
Nient’altro.
XLIV
I capelli in disordine
li devo all’insonne talamo solitario.
Occhi sbattuti e guance smunte
sono colpa tua.
XLVIII
Le lucciole della nostra gioventù
se ne sono andate via,
grazie all’efficace insetticida
della nostra mezza età.
L
Nel parco, un corvo si sveglia
e grida sotto la luna piena,
io mi sveglio e sospiro
per gli anni ormai passati.
LI
Mi prendesti perché mi amavi?
Mi prendesti senza amore?
O mi prendesti solo
per provare il mio cuore?
LII
Una volta brillavo come
una montagna innevata.
Ora sono persa come
una freccia scagliata nel buio.
Lui se n’è andato e io devo imparare
a vivere sola, a dormire
da sola come un eremita
sepolto nella giungla profonda.
Devo imparare a stare
sola, come l’unicorno.
LIII
Senza di me puoi solo
vivere alla cieca come
una pallina da ping pong che cade.
Sono io la tua saggezza.
LV
La notte è troppo lunga per gli insonni.
La strada è troppo lunga per chi è stanco.
La vita è troppo lunga per una donna
resa insana dalla passione.
Perché mi capitò una guida disonesta
sui tortuosi sentieri dell’amore?
LVI
La carne che hai amato
è fragile e per natura instabile
come una barca alla deriva.
I fuochi dei pescatori di cormorani
infiammano la notte.
Il mio cuore avvampa in quest’agonia.
Capisci?
La mia vita se ne sta andando.
Lo capisci?
La mia vita.
Svanisco come i pali
che nel fiume Uji trattengono le reti.
La corrente e la nebbia
mi trascinano via.
LVIII
A metà di un sogno
mi faccio attenta
alle voci dei grilli
indebolite dall’inoltrarsi dell’autunno.
Piango per quest’anno
solitario che passa,
e il mio essere stesso
si fa più debole e scompare.
LX
Mi sveglio intirizzita
con la prima luce. Fuori della finestra
una rossa foglia d’acero scivola giù in silenzio.
A cosa credere?
Indifferenza?
Rancore?
Odio la vista del giorno che inizia
da quel mattino, quando
mi gelò il tuo sguardo insensibile
come la luna pallida all’alba.
Kenneth Rexroth
Le poesie d’amore di Marichiko sono una sequenza cronologica di sessanta brevi testi d’amore pubblicata da Rexroth nel 1978 in Morning star, sua ultima raccolta poetica, e da lui attribuita a Marichiko, giovane donna giapponese contemporanea, sostenendo di averla solo tradotta in inglese, ma essendone – come sappiamo – l’autore effettivo. La sequenza racconta la storia di un rapporto d’amore pervaso di desiderio e di passione erotica, poi d’abbandono e d’insopportabile desolazione emotiva. ( Fonte: Fili d'Aquilone N. 19 )
LE POESIE D'AMORE DI MARICHIKO...... (1)
I
Sto seduta al mio tavolo.
Che cosa posso scriverti?
Malata d’amore,
anelo a vederti in carne e ossa.
Posso scrivere solo:
“Io ti amo, ti amo, ti amo”.
L’amore mi spacca il cuore
e mi strazia le viscere.
Spasimi di desiderio mi soffocano
e non vogliono smettere.
II
Se pensassi di poter andare via
per venire da te,
diecimila miglia sarebbero un miglio.
Ma stiamo nella stessa città
e non oso vederti,
e un miglio è più lungo di un milione di miglia.
IV
Mi chiedi a cosa pensassi
prima di amarci.
Semplice, la risposta.
Io, prima d’incontrarti,
non avevo niente a cui pensare.
VI
Noi soli.
Nella nostra casetta
lontano da tutti,
lontani dal mondo,
solo suono d’acqua sui sassi.
E io che ti dico:
“Ascolta. Senti il vento tra i rami.”
VII
Far l’amore con te
è come bere acqua marina.
Più ne bevo
e più sono assetata,
finché niente può appagare la sete
se non bere il mare intero.
IX
Mi svegli
aprendomi le cosce, mi baci.
Ti dono la rugiada
del primo mattino del mondo.
XV
Poiché sogno
di te ogni notte,
i miei giorni solitari
sono solo sogni.
XVI
Brucia d’amore, la cicala, e si strugge
di pianto. Lucciola silenziosa,
la mia carne si consuma nell’amore.
XVIII
Ardono fuochi
nel mio cuore.
Non s’alza fumo.
Non lo sa nessuno.
XIX
Sto in ansia tutto il giorno, sognandoti
a occhi aperti. M’abbandono alla gioia
solo quando al crepuscolo sento le campane
della sera suonare da un tempio all’altro.
XX
Chi c’è qui? Io.
Io chi? Io me. Tu sei te.
Prendi il mio pronome,
e diventiamo noi.
XXIV
Grido mentre mi mordi
i capezzoli e l’orgasmo
esaurisce il mio corpo, come se
mi tagliassero in due.
XXV
La tua lingua vibra e si muove
dentro di me che mi svuoto
e avvampo in un turbine
di luce, come l’interno di una
grande perla che s’espande.
XXVI
È il tempo in cui tornano
le oche selvatiche. Tra
il sole calante e la luna
che sorge, tracciano in volo
il carattere “cuore”.
XXVII
Appena uscita da
un bagno caldo, m’hai presa davanti
allo specchio orizzontale
accanto al letto basso, mentre i miei
seni tremavano nelle tue mani,
le mie natiche fremevano contro di te.
Kenneth Rexroth
Stampa Giapponese
Sto seduta al mio tavolo.
Che cosa posso scriverti?
Malata d’amore,
anelo a vederti in carne e ossa.
Posso scrivere solo:
“Io ti amo, ti amo, ti amo”.
L’amore mi spacca il cuore
e mi strazia le viscere.
Spasimi di desiderio mi soffocano
e non vogliono smettere.
II
Se pensassi di poter andare via
per venire da te,
diecimila miglia sarebbero un miglio.
Ma stiamo nella stessa città
e non oso vederti,
e un miglio è più lungo di un milione di miglia.
IV
Mi chiedi a cosa pensassi
prima di amarci.
Semplice, la risposta.
Io, prima d’incontrarti,
non avevo niente a cui pensare.
VI
Noi soli.
Nella nostra casetta
lontano da tutti,
lontani dal mondo,
solo suono d’acqua sui sassi.
E io che ti dico:
“Ascolta. Senti il vento tra i rami.”
VII
Far l’amore con te
è come bere acqua marina.
Più ne bevo
e più sono assetata,
finché niente può appagare la sete
se non bere il mare intero.
IX
Mi svegli
aprendomi le cosce, mi baci.
Ti dono la rugiada
del primo mattino del mondo.
XV
Poiché sogno
di te ogni notte,
i miei giorni solitari
sono solo sogni.
XVI
Brucia d’amore, la cicala, e si strugge
di pianto. Lucciola silenziosa,
la mia carne si consuma nell’amore.
XVIII
Ardono fuochi
nel mio cuore.
Non s’alza fumo.
Non lo sa nessuno.
XIX
Sto in ansia tutto il giorno, sognandoti
a occhi aperti. M’abbandono alla gioia
solo quando al crepuscolo sento le campane
della sera suonare da un tempio all’altro.
XX
Chi c’è qui? Io.
Io chi? Io me. Tu sei te.
Prendi il mio pronome,
e diventiamo noi.
XXIV
Grido mentre mi mordi
i capezzoli e l’orgasmo
esaurisce il mio corpo, come se
mi tagliassero in due.
XXV
La tua lingua vibra e si muove
dentro di me che mi svuoto
e avvampo in un turbine
di luce, come l’interno di una
grande perla che s’espande.
XXVI
È il tempo in cui tornano
le oche selvatiche. Tra
il sole calante e la luna
che sorge, tracciano in volo
il carattere “cuore”.
XXVII
Appena uscita da
un bagno caldo, m’hai presa davanti
allo specchio orizzontale
accanto al letto basso, mentre i miei
seni tremavano nelle tue mani,
le mie natiche fremevano contro di te.
Kenneth Rexroth
Stampa Giapponese
domenica 18 settembre 2016
VUOI RICOMINCIARE?......
Io sempre al limitare del mio niente
ti ho esasperato, ti ho fatto ammalare.
Ti ho sperperato i battiti del cuore
per far battere il mio senza tremare.
E il tuo amore per me forse è finito,...
mentre il mio è ancora tutto da fare.
Amore caro, amato malamente,
sono guarita. Vuoi ricominciare?
ti ho esasperato, ti ho fatto ammalare.
Ti ho sperperato i battiti del cuore
per far battere il mio senza tremare.
E il tuo amore per me forse è finito,...
mentre il mio è ancora tutto da fare.
Amore caro, amato malamente,
sono guarita. Vuoi ricominciare?
IO TI AMO, TI AMO, TI AMO....
Sto seduta al mio tavolo.
Che cosa posso scriverti?
Malata d’amore,
anelo a vederti in carne e ossa.
Posso scrivere solo:...
“Io ti amo, ti amo, ti amo”.
L’amore mi spacca il cuore
e mi strazia le viscere.
Spasimi di desiderio mi soffocano
e non vogliono smettere.
Che cosa posso scriverti?
Malata d’amore,
anelo a vederti in carne e ossa.
Posso scrivere solo:...
“Io ti amo, ti amo, ti amo”.
L’amore mi spacca il cuore
e mi strazia le viscere.
Spasimi di desiderio mi soffocano
e non vogliono smettere.
QUESTA SPERANZA.....
Vado sempre pensando che mi diluirei
anziché lasciarti.
Così goffa è la mia pazzia ...
e più ancora la speranza che tu cambierai.
anziché lasciarti.
Così goffa è la mia pazzia ...
e più ancora la speranza che tu cambierai.
sabato 17 settembre 2016
ERA TROPPO AMORE....
Era troppo amore.
Troppo grande, troppo complicato,
troppo confuso,
e azzardato e fecondo e doloroso.
Era tutto quello che potevo dare,...
più di quanto mi convenisse.
Per questo si infranse.
Non si esaurì, non finì, non morì,
semplicemente si infranse,
crollò come una torre troppo alta,
come una scommessa troppo alta,
come un’aspettativa troppo ambiziosa.
Troppo grande, troppo complicato,
troppo confuso,
e azzardato e fecondo e doloroso.
Era tutto quello che potevo dare,...
più di quanto mi convenisse.
Per questo si infranse.
Non si esaurì, non finì, non morì,
semplicemente si infranse,
crollò come una torre troppo alta,
come una scommessa troppo alta,
come un’aspettativa troppo ambiziosa.
DOPO DI TE....
Dopo di te
sono spopolata,
una nuvola senza popolo delle nuvole,
un’anima senza angoli,
spazzata da vento impetuoso....
Un nòcciolo senza frutto.
Respiro forte
sotto cielo duro.
sovraesposta
e schiusa,
mi aggiro appena nata
per la città fragorosa
e tocco muri con dita vegetali,
li conto,
come prove numeriche
di essere al mondo,
lo stesso mondo.
sono spopolata,
una nuvola senza popolo delle nuvole,
un’anima senza angoli,
spazzata da vento impetuoso....
Un nòcciolo senza frutto.
Respiro forte
sotto cielo duro.
sovraesposta
e schiusa,
mi aggiro appena nata
per la città fragorosa
e tocco muri con dita vegetali,
li conto,
come prove numeriche
di essere al mondo,
lo stesso mondo.
CUORE NEL CUORE.....
Cuore nel cuore. Respiro nel respiro.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.
Sentivo battere il cuore impazzito delle stelle.
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.
La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.
Blaga Dimitrova
scultura di SculpLovers
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.
La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.
Blaga Dimitrova
scultura di SculpLovers
venerdì 16 settembre 2016
TU SEI IL VIAGGIO DAL QUALE NON HO PIU' FATTO RITORNO....
Se vuoi buttare
le ore vissute
insieme,
non aggiungere altro.
Basta il silenzio...
a cancellare
le confessioni,
il mare
e tutto il resto.
Nel finestrino
del treno mai preso
i sogni
continuano a scorrere
come alberi spogli.
O forse no,
non scorre niente,
e anch’io
non sono che l’eterno
accenno di un sogno
dentro una valigia
che nessuno ha aperto.
A me basta il silenzio,
un finestrino,
il tuo sentire
nel mio ricordo,
perché, detto tra noi,
tu sei il viaggio
dal quale non ho più
fatto ritorno.
le ore vissute
insieme,
non aggiungere altro.
Basta il silenzio...
a cancellare
le confessioni,
il mare
e tutto il resto.
Nel finestrino
del treno mai preso
i sogni
continuano a scorrere
come alberi spogli.
O forse no,
non scorre niente,
e anch’io
non sono che l’eterno
accenno di un sogno
dentro una valigia
che nessuno ha aperto.
A me basta il silenzio,
un finestrino,
il tuo sentire
nel mio ricordo,
perché, detto tra noi,
tu sei il viaggio
dal quale non ho più
fatto ritorno.
giovedì 15 settembre 2016
SAPESSI.....
Sapessi quanto è duro tirare fino a sera
calcarla, sospingersi in avanti
pensar che restano ancora
calcarla, sospingersi in avanti
pensar che restano ancora
rimasugli di giorno per non pensarti
banchine bassoventre
Sapessi com’è duro il coraggio
a volte
Alzarsi affrontare il mattino
con tanta notte dentro
sedersi alla finestra
a intrecciare distanze
a vagheggiar telefoni
consegne e rituali
Sognarti
nella simmetrica consuetudine
dell’abbraccio
amarti senza affanni
odiarti senza imbrogli
temere che nulla resti
sapere che nulla avremo
guardarci senza quasi
lasciarci senza ieri
Sapessi come duole
stare senza te
a volte
(Milton Fernandez)
dipinto: Jeremy Mann
banchine bassoventre
Sapessi com’è duro il coraggio
a volte
Alzarsi affrontare il mattino
con tanta notte dentro
sedersi alla finestra
a intrecciare distanze
a vagheggiar telefoni
consegne e rituali
Sognarti
nella simmetrica consuetudine
dell’abbraccio
amarti senza affanni
odiarti senza imbrogli
temere che nulla resti
sapere che nulla avremo
guardarci senza quasi
lasciarci senza ieri
Sapessi come duole
stare senza te
a volte
(Milton Fernandez)
dipinto: Jeremy Mann
IL TUMULTO DEL CUORE.....
Il tumulto del cuore
insiste a far domande
Poi smette e si accinge a rispondere
nello stesso tono di voce
Nessuno coglierà la differenza...
Conversazioni prive d' innocenza
al loro avvio, coinvolgono poi i sensi,
nelle intenzioni almeno
E poi non c' è più scelta
e poi non c' è più senso;
Finchè un nome
e tutto quel che implica coincidono
Elizabeth Bishop
dipinto: Fulvio De Marinis
insiste a far domande
Poi smette e si accinge a rispondere
nello stesso tono di voce
Nessuno coglierà la differenza...
Conversazioni prive d' innocenza
al loro avvio, coinvolgono poi i sensi,
nelle intenzioni almeno
E poi non c' è più scelta
e poi non c' è più senso;
Finchè un nome
e tutto quel che implica coincidono
Elizabeth Bishop
dipinto: Fulvio De Marinis
IL TUO RICORDO....
E il tuo ricordo è come brace viva
che non lascio cadere
anche se mi brucia le mani.
Jorge Luis Borges
dipinto: Ida Ambrosio
che non lascio cadere
anche se mi brucia le mani.
Jorge Luis Borges
dipinto: Ida Ambrosio
mercoledì 14 settembre 2016
TI STO CHIAMANDO, AMORE....
Amore
dall’ombra
dal dolore
amore
ti sto chiamando...
dal pozzo asfissiante del ricordo
senza che nulla giovi
né ti attenda.
Ti sto chiamando
amore
come il destino
come il sonno
come la pace
ti sto chiamando
con la voce
con il corpo
con la vita
con tutto ciò che ho
e che non ho
con disperazione
con sete
con pianto
come se tu fossi aria
e io affogassi
come se tu fossi luce
e io morissi.
Da una cieca notte
da oblio
da ore chiuse
in solitudine
senza lacrime né amore
ti sto chiamando
come la morte
amore
come la morte.
Idea Vilarino
dipinto: Claude Gaveau
dall’ombra
dal dolore
amore
ti sto chiamando...
dal pozzo asfissiante del ricordo
senza che nulla giovi
né ti attenda.
Ti sto chiamando
amore
come il destino
come il sonno
come la pace
ti sto chiamando
con la voce
con il corpo
con la vita
con tutto ciò che ho
e che non ho
con disperazione
con sete
con pianto
come se tu fossi aria
e io affogassi
come se tu fossi luce
e io morissi.
Da una cieca notte
da oblio
da ore chiuse
in solitudine
senza lacrime né amore
ti sto chiamando
come la morte
amore
come la morte.
Idea Vilarino
dipinto: Claude Gaveau
QUESTA SOLITUDINE DOMENICALE....
Sono qui,
nuda,
sulle lenzuola solitarie
di questo letto in cui ti desidero.
Guardo il mio corpo,...
liscio e rosato nello specchio,
il mio corpo
che è stato avido territorio dei tuoi baci,
questo corpo pieno di ricordo
della tua incontenibile passione
sul quale hai combattuto sudate battaglie
nelle lunghe notti di gemiti e di risa
e di sudori dalle mie cavità profonde.
Guardo i miei seni
che sistemavi sorridendo
nel palmo della tua mano,
che stringevi come uccellini nelle tue gabbie di cinque sbarre,
mentre un fiore mi si accendeva
e arrestava la sua dura corolla
contro la tua dolce carne.
Guardo le mie gambe,
lunghe e lente conoscitrici delle tue carezze,
che ruotavano rapide e nervose sui loro cardini
per aprirti il sentiero della perdizione
proprio verso il mio centro
verso la dolce vegetazione del campo
dove hai ordito taciti combattimenti
coronati dal piacere,
annunciati da raffiche di fucile
e da arcaici tuoni.
Mi guardo e mi vedo,
è lo specchio di te che si tende dolente
su questa solitudine domenicale,
uno specchio rosato,
un calco vuoto che cerca l'altro suo emisfero.
Piove a dirotto sul mio volto
e penso soltanto al tuo amore lontano
mentre difendo
con tutte le mie forze,
la speranza.
Gioconda Belli
dipinto: Steve Hanks
nuda,
sulle lenzuola solitarie
di questo letto in cui ti desidero.
Guardo il mio corpo,...
liscio e rosato nello specchio,
il mio corpo
che è stato avido territorio dei tuoi baci,
questo corpo pieno di ricordo
della tua incontenibile passione
sul quale hai combattuto sudate battaglie
nelle lunghe notti di gemiti e di risa
e di sudori dalle mie cavità profonde.
Guardo i miei seni
che sistemavi sorridendo
nel palmo della tua mano,
che stringevi come uccellini nelle tue gabbie di cinque sbarre,
mentre un fiore mi si accendeva
e arrestava la sua dura corolla
contro la tua dolce carne.
Guardo le mie gambe,
lunghe e lente conoscitrici delle tue carezze,
che ruotavano rapide e nervose sui loro cardini
per aprirti il sentiero della perdizione
proprio verso il mio centro
verso la dolce vegetazione del campo
dove hai ordito taciti combattimenti
coronati dal piacere,
annunciati da raffiche di fucile
e da arcaici tuoni.
Mi guardo e mi vedo,
è lo specchio di te che si tende dolente
su questa solitudine domenicale,
uno specchio rosato,
un calco vuoto che cerca l'altro suo emisfero.
Piove a dirotto sul mio volto
e penso soltanto al tuo amore lontano
mentre difendo
con tutte le mie forze,
la speranza.
Gioconda Belli
dipinto: Steve Hanks
martedì 13 settembre 2016
NESSUNO MI E' STATO PIU' INTIMO DI TE....
Non so se sei vivo o sei perduto per sempre,
se posso ancora cercarti nel mondo
o ti debbo piangere mestamente
come morto nei pensieri della sera.
Ti ho dato tutto: la quotidiana preghiera...
e la struggente febbre dell’insonnia,
lo stormo bianco dei miei versi
e l’azzurro incendio degli occhi.
Nessuno mi è stato più intimo di te,
nessuno mi ha reso più triste,
nemmeno chi mi ha tradita fino al tormento,
nemmeno chi mi ha lusingata e poi dimenticata.
se posso ancora cercarti nel mondo
o ti debbo piangere mestamente
come morto nei pensieri della sera.
Ti ho dato tutto: la quotidiana preghiera...
e la struggente febbre dell’insonnia,
lo stormo bianco dei miei versi
e l’azzurro incendio degli occhi.
Nessuno mi è stato più intimo di te,
nessuno mi ha reso più triste,
nemmeno chi mi ha tradita fino al tormento,
nemmeno chi mi ha lusingata e poi dimenticata.
lunedì 12 settembre 2016
QUELLE COME ME QUANDO AMANO, AMANO PER SEMPRE.....
Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…...
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Alda Merini
dipinto: Luigi Amato (1898-1961)
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…...
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Alda Merini
dipinto: Luigi Amato (1898-1961)
HO UNA GRANDE MALINCONIA.....
Ho una grande malinconia,
un grande amore,
una parola, non so quale, da dire.
Sibilla Aleramo
dipinto: Renato Guttuso
un grande amore,
una parola, non so quale, da dire.
Sibilla Aleramo
dipinto: Renato Guttuso
domenica 11 settembre 2016
TI SOGNO COMUNQUE.....
Sotto le tiepide acque scure del sonno
le tue mani mi dividono.
Ti sogno comunque.
La tua bocca è un frutto caldo, umido, strano,...
frutto notturno che assaporo con labbra schiuse;
a occhi chiusi.
le tue mani mi dividono.
Ti sogno comunque.
La tua bocca è un frutto caldo, umido, strano,...
frutto notturno che assaporo con labbra schiuse;
a occhi chiusi.
Tu, tu. Il tuo respiro brucia in parole appassionate
che mi esplodono in testa. Poi chiedi, pretendi
una risposta.
È cosí che dormiamo. Ora sei dentro, fino in fondo,
esigente; cosí sogno piú violentemente, sogno
fino a farmi male
che sia davvero cosí, sí, lo sento.
Quando mi ascolti, mi tieni stretta, disperata
come se stessimo affogando.
Carol Ann Duffy
dipinto: Andrzej Malinowski
che mi esplodono in testa. Poi chiedi, pretendi
una risposta.
È cosí che dormiamo. Ora sei dentro, fino in fondo,
esigente; cosí sogno piú violentemente, sogno
fino a farmi male
che sia davvero cosí, sí, lo sento.
Quando mi ascolti, mi tieni stretta, disperata
come se stessimo affogando.
Carol Ann Duffy
dipinto: Andrzej Malinowski
LA CASA E' UN CORPO....
Questa casa
è piena della tua ombra. La casa è un corpo, -lo tocco, mi tocca,
mi s`appiccica addosso, sopratutto di notte. Le fiamme delle lucerne
mi leccano le cosce, i fianchi; indugiano con brividi sottili
sotto l`orecchio sinistro; mi mordono i capezzoli;
la loro saliva splende, mi brucia, mi rinfresca, mi evidenzia.
Non so più dove nascondermi. Chiudo con forza gli occhi
m`illumino tutt`intera e mi vedo
liscia, lubrica, immobile.
La casa è un corpo;
è il tuo corpo, e allo stesso tempo il mio. Tento di camminare
e i lenzuoli mi si trascinano dietro come dopo l`amore; tento di posare
un bicchiere, un piatto sul tavolo;- dalle mie dita
pende quella catenina familiare con la tua crocetta (quella che dicono ti abbia regalato la Dea), quella
che ti pendeva sul petto, che sprigionava un alito leggero dal tepore della tua carne; (Sì, te l`ho rubata io).
Ghiannis RItsos
dipinto: Lluis Ribas
è piena della tua ombra. La casa è un corpo, -lo tocco, mi tocca,
mi s`appiccica addosso, sopratutto di notte. Le fiamme delle lucerne
mi leccano le cosce, i fianchi; indugiano con brividi sottili
sotto l`orecchio sinistro; mi mordono i capezzoli;
la loro saliva splende, mi brucia, mi rinfresca, mi evidenzia.
Non so più dove nascondermi. Chiudo con forza gli occhi
m`illumino tutt`intera e mi vedo
liscia, lubrica, immobile.
La casa è un corpo;
è il tuo corpo, e allo stesso tempo il mio. Tento di camminare
e i lenzuoli mi si trascinano dietro come dopo l`amore; tento di posare
un bicchiere, un piatto sul tavolo;- dalle mie dita
pende quella catenina familiare con la tua crocetta (quella che dicono ti abbia regalato la Dea), quella
che ti pendeva sul petto, che sprigionava un alito leggero dal tepore della tua carne; (Sì, te l`ho rubata io).
Ghiannis RItsos
dipinto: Lluis Ribas
sabato 10 settembre 2016
TI ASPETTO INVANO PER ORE.....
Ti aspetto invano per ore
senza trovarlo poco dignitoso.
Faccio ipotesi complesse
per spiegare la tua assenza,
come se non fosse ovvia....
Accetto di bere litri di solitudine e angoscia
Per poter assaggiare una goccia
del tuo miele annacquato.
Ho l’abitudine di perdonare chi mi uccide
Sapendo che questo
Non ha niente a che vedere con la santità.
Sapendo che questo è solo l’amore
Che si prende gioco di me
Come un bambino sporco e maleducato
Che si dondola sui rami del mio dolore,
mi lancia sassi e scappa ridendo,
E mi fissa con occhi così enormi
E così tiranni.
senza trovarlo poco dignitoso.
Faccio ipotesi complesse
per spiegare la tua assenza,
come se non fosse ovvia....
Accetto di bere litri di solitudine e angoscia
Per poter assaggiare una goccia
del tuo miele annacquato.
Ho l’abitudine di perdonare chi mi uccide
Sapendo che questo
Non ha niente a che vedere con la santità.
Sapendo che questo è solo l’amore
Che si prende gioco di me
Come un bambino sporco e maleducato
Che si dondola sui rami del mio dolore,
mi lancia sassi e scappa ridendo,
E mi fissa con occhi così enormi
E così tiranni.
CAPITA.....
Capita che sfiori la vita di qualcuno,
ti innamori
e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo,
convivere le malinconie e le inquietudini,
arrivare a riconoscersi...
... nello sguardo dell’altro,
sentire che non ne puoi più fare a meno…
e cosa importa se per avere tutto questo
devi aspettare cinquantatré anni sette mesi e undici giorni
notti comprese?
ti innamori
e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo,
convivere le malinconie e le inquietudini,
arrivare a riconoscersi...
... nello sguardo dell’altro,
sentire che non ne puoi più fare a meno…
e cosa importa se per avere tutto questo
devi aspettare cinquantatré anni sette mesi e undici giorni
notti comprese?
TU SEI IL MIO AMORE E LA MIA DISPERAZIONE....
Tu sei il mio amore e la mia disperazione.
Tu sei la mia follia e la mia saggezza.
E sei tutti i luoghi in cui non sono stato
e che mi chiamano da tutti gli angoli del mondo.
Tu sei queste sei righe...
cui devo limitarmi per non gridare.
Nordbrandt Henrik
dipinto: Santiago Carbonell
Tu sei la mia follia e la mia saggezza.
E sei tutti i luoghi in cui non sono stato
e che mi chiamano da tutti gli angoli del mondo.
Tu sei queste sei righe...
cui devo limitarmi per non gridare.
Nordbrandt Henrik
dipinto: Santiago Carbonell
venerdì 9 settembre 2016
PRIMA DI DORMIRE...
Anche se
non m’importa più niente
e spreco la maggior parte del mio tempo fuori casa,
anche se
è da giorni che...
non cambio l’acqua dei fiori,
e che i miei libri
le tazze
e le cicche
si accontentano di essere impolverati,
nonostante tutto questo
trovo il tempo
di nutrire i lupi della tua assenza
prima di dormire.
non m’importa più niente
e spreco la maggior parte del mio tempo fuori casa,
anche se
è da giorni che...
non cambio l’acqua dei fiori,
e che i miei libri
le tazze
e le cicche
si accontentano di essere impolverati,
nonostante tutto questo
trovo il tempo
di nutrire i lupi della tua assenza
prima di dormire.
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LA CASA E' UN CORPO
Questa casa è piena della tua ombra. La casa è un corpo, -lo tocco, mi tocca, mi s`appiccica addosso, soprattutto di notte. Le fiamme dell...
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Forse attendo invano, ma spero in un ... “mi manchi” che mi accarezzi l’anima. (Gustave Flaubert) ...
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Non importa quanto tu sia lontano. I legami tra le anime esistono perchè creati dal pensiero. Fili invisibili che legano ricamando sull...
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Forse siamo al mondo per cercare l’amore, trovarlo e perderlo, più di una volta. Con ciascun amore torniamo a rinascere, ... e con ci...