lunedì 19 settembre 2016

LE POESIE D'AMORE DI MARICHIKO...... (2)

XXXI
Un giorno di questi in una manciata
di cenere ci sarà tutto quello
che resta delle nostre menti appassionate,
l’intero mondo creato
dal nostro amore, la sua origine
e la sua sparizione.

XXXII
 Ti stringo la testa fra le
cosce e premo contro la
tua bocca e ondeggio
all’infinito in una barca
d’orchidee sul Fiume Celeste.

XXXIII
Non posso dimenticare
il buio profumato all’interno del-
la cortina nera dei miei capelli,
quando ci svegliamo per fare l’amore
dopo una lunga notte d’amore.

XXXIV
Ogni mattina svegliandomi
sola, sogno che il mio braccio
sia la tua dolce carne
che mi preme le labbra.

XXXVII
 È solo il vento
fra i bambù,
o tu che vieni?
Al minimo rumore,
il soprassalto del cuore.
Provo a calmare il tormento
e cerco un po’ di sonno,
ma riesco solo ad agitarmi di più.

XXXVIII
Ho atteso tutta la notte.
A mezzanotte già bruciavo.
All’alba, sperando
di sognarti ho posato
la testa stanca
sulle braccia conserte,
ma i canti degli uccelli appena
svegli mi tormentavano.

XL
Come la ruota segue lo zoccolo
del bue che tira il carro,
la mia pena segue i tuoi passi
quando all’alba mi lasci.

XLIII
Due fiori in una lettera.
La luna scende fra lontane colline.
La rugiada bagna i bambù.
Io aspetto.
I grilli sul pino cantano tutta la notte.
A mezzanotte suonano le campane del tempio.
Le oche selvatiche gridano dall’alto.
Nient’altro.

XLIV
I capelli in disordine
li devo all’insonne talamo solitario.
Occhi sbattuti e guance smunte
sono colpa tua.

XLVIII
Le lucciole della nostra gioventù
se ne sono andate via,
grazie all’efficace insetticida
della nostra mezza età.

L
Nel parco, un corvo si sveglia
e grida sotto la luna piena,
io mi sveglio e sospiro
per gli anni ormai passati.

LI
 Mi prendesti perché mi amavi?
Mi prendesti senza amore?
O mi prendesti solo
per provare il mio cuore?

LII
Una volta brillavo come
una montagna innevata.
Ora sono persa come
una freccia scagliata nel buio.
Lui se n’è andato e io devo imparare
a vivere sola, a dormire
da sola come un eremita
sepolto nella giungla profonda.
Devo imparare a stare
sola, come l’unicorno.

LIII
 Senza di me puoi solo
vivere alla cieca come
una pallina da ping pong che cade.
Sono io la tua saggezza.

LV
La notte è troppo lunga per gli insonni.
La strada è troppo lunga per chi è stanco.
La vita è troppo lunga per una donna
resa insana dalla passione.
Perché mi capitò una guida disonesta
sui tortuosi sentieri dell’amore?

LVI
La carne che hai amato
è fragile e per natura instabile
come una barca alla deriva.
I fuochi dei pescatori di cormorani
infiammano la notte.
Il mio cuore avvampa in quest’agonia.
Capisci?
La mia vita se ne sta andando.
Lo capisci?
La mia vita.
Svanisco come i pali
che nel fiume Uji trattengono le reti.
La corrente e la nebbia
mi trascinano via.

LVIII
A metà di un sogno
mi faccio attenta
alle voci dei grilli
indebolite dall’inoltrarsi dell’autunno.
Piango per quest’anno
solitario che passa,
e il mio essere stesso
si fa più debole e scompare.

LX
Mi sveglio intirizzita
con la prima luce. Fuori della finestra
una rossa foglia d’acero scivola giù in silenzio.
A cosa credere?
Indifferenza?
Rancore?
Odio la vista del giorno che inizia
da quel mattino, quando
mi gelò il tuo sguardo insensibile
come la luna pallida all’alba.

Kenneth Rexroth


Le poesie d’amore di Marichiko sono una sequenza cronologica di sessanta brevi testi d’amore pubblicata da Rexroth nel 1978 in Morning star, sua ultima raccolta poetica, e da lui attribuita a Marichiko, giovane donna giapponese contemporanea, sostenendo di averla solo tradotta in inglese, ma essendone – come sappiamo – l’autore effettivo. La sequenza racconta la storia di un rapporto d’amore pervaso di desiderio e di passione erotica, poi d’abbandono e d’insopportabile desolazione emotiva.   ( Fonte: Fili d'Aquilone N. 19 )


 
 
                                               dipinto: Roberta Agostini, "Geisha"

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