lunedì 19 settembre 2016

LE POESIE D'AMORE DI MARICHIKO...... (1)

I
 Sto seduta al mio tavolo.
Che cosa posso scriverti?
Malata d’amore,
anelo a vederti in carne e ossa.
Posso scrivere solo:
“Io ti amo, ti amo, ti amo”.
L’amore mi spacca il cuore
e mi strazia le viscere.
Spasimi di desiderio mi soffocano
e non vogliono smettere.

II
 Se pensassi di poter andare via
per venire da te,
diecimila miglia sarebbero un miglio.
Ma stiamo nella stessa città
e non oso vederti,
e un miglio è più lungo di un milione di miglia.

IV
Mi chiedi a cosa pensassi
prima di amarci.
Semplice, la risposta.
Io, prima d’incontrarti,
non avevo niente a cui pensare.

VI
Noi soli.
Nella nostra casetta
lontano da tutti,
lontani dal mondo,
solo suono d’acqua sui sassi.
E io che ti dico:
“Ascolta. Senti il vento tra i rami.”

VII
 Far l’amore con te
è come bere acqua marina.
Più ne bevo
e più sono assetata,
finché niente può appagare la sete
se non bere il mare intero.

IX
 Mi svegli
aprendomi le cosce, mi baci.
Ti dono la rugiada
del primo mattino del mondo.

XV
 Poiché sogno
di te ogni notte,
i miei giorni solitari
sono solo sogni.

XVI

 Brucia d’amore, la cicala, e si strugge
di pianto. Lucciola silenziosa,
la mia carne si consuma nell’amore.

XVIII
Ardono fuochi
nel mio cuore.
Non s’alza fumo.
Non lo sa nessuno.

XIX
Sto in ansia tutto il giorno, sognandoti
a occhi aperti. M’abbandono alla gioia
solo quando al crepuscolo sento le campane
della sera suonare da un tempio all’altro.

XX
 Chi c’è qui? Io.
Io chi? Io me. Tu sei te.
Prendi il mio pronome,
e diventiamo noi.

XXIV
 Grido mentre mi mordi
i capezzoli e l’orgasmo
esaurisce il mio corpo, come se
mi tagliassero in due.

XXV
La tua lingua vibra e si muove
dentro di me che mi svuoto
e avvampo in un turbine
di luce, come l’interno di una
grande perla che s’espande.

XXVI
È il tempo in cui tornano
le oche selvatiche. Tra
il sole calante e la luna
che sorge, tracciano in volo
il carattere “cuore”.

XXVII
Appena uscita da
un bagno caldo, m’hai presa davanti
allo specchio orizzontale
accanto al letto basso, mentre i miei
seni tremavano nelle tue mani,
le mie natiche fremevano contro di te.



Kenneth Rexroth







                                                                                        Stampa Giapponese

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