Se l’occhio solare del firmamento
potesse darti il gelo del mio cuore
perché io non ti vedo...
e tenebra mi sembra la luce
e ancora la luce tenebra
se io potessi spingere il vascello della mia ira
contro il solo tormento
che sei tu mio scoglio,
e avvolgerti dentro le vele
di una grande carezza,
la mia disperazione diventerebbe fango,
il mio fango diventerebbe preghiera.
"L'Arte non è mai casta, si dovrebbe tenerla lontana da tutti i candidi ignoranti. Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Sì, l'Arte è pericolosa. Se è casta non è arte." Pablo Picasso
mercoledì 29 marzo 2017
PER FARE L’AMORE: FARE POESIA CUCINARE..
Seguire infedelmente le ricette
ossia originalità fantasia
Generosità nello scegliere la qualità degli ingredienti:...
carezze parole oppure alimenti e condimenti
Ingredienti giusti in dosi giuste
Misurare con intelligenza
Mescolare rimescolare con amore teneramente
Indovinare il fuoco necessario: la qualità del fuoco
l’intensità la durata del fuoco
Togliere il superfluo
Non affrettarsi Essere sempre presente
Esaltare i sapori ma non esagerare
Con piacere dare piacere
Che la consapevolezza dell’effimero
non tolga la totalità dell’impegno.
ossia originalità fantasia
Generosità nello scegliere la qualità degli ingredienti:...
carezze parole oppure alimenti e condimenti
Ingredienti giusti in dosi giuste
Misurare con intelligenza
Mescolare rimescolare con amore teneramente
Indovinare il fuoco necessario: la qualità del fuoco
l’intensità la durata del fuoco
Togliere il superfluo
Non affrettarsi Essere sempre presente
Esaltare i sapori ma non esagerare
Con piacere dare piacere
Che la consapevolezza dell’effimero
non tolga la totalità dell’impegno.
domenica 26 marzo 2017
ABBRACCIO...
Donami un abbraccio
sincero, luminoso
come un giorno d'Estate,
ma che sia lungo,
lungo una vita
Carlo Bramanti
sincero, luminoso
come un giorno d'Estate,
ma che sia lungo,
lungo una vita
Carlo Bramanti
Santiago Carbonell
sabato 25 marzo 2017
IO CHE ANCORA CREDO CHE TORNERAI...
Leggi, sono questi i nomi
Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una
metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:
libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,
una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d’amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da
tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri.
Maria do Rosário Pedreira
Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una
metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:
libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,
una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d’amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da
tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri.
Maria do Rosário Pedreira
Annick Bouvattier
CI FU SPAZIO NELLA MIA CARNE PER TE...
Ci fu spazio nella mia carne per te,
per te solamente
che volevi l’amplesso dei miei giorni;
per te solamente
che volevi l’amplesso dei miei giorni;
giovedì 23 marzo 2017
L'AMORE, QUELLO CHE IO CERCO....
L’amore,
quello che io cerco
non è certo dentro il tuo corpo
quello che io cerco
non è certo dentro il tuo corpo
che adagi su donne facili
senza alcuno spessore.
L’amore quello che voglio io
è la tua costante presenza
è l’occhio vigile del padrone
che arde del suo cavallo.
Così ho cavalcato cavalli d’ombra
e gli altri mi hanno
visto correre senza briglie
mi hanno considerato pazza.
In effetti una donna che vive sola
senza uno scudo istoriato
senza una storia di bimbi
non è nè madre nè donna
ma un ibrido nome che viene
stampato in calce alla tua pagina.
(Alda Merini)
senza alcuno spessore.
L’amore quello che voglio io
è la tua costante presenza
è l’occhio vigile del padrone
che arde del suo cavallo.
Così ho cavalcato cavalli d’ombra
e gli altri mi hanno
visto correre senza briglie
mi hanno considerato pazza.
In effetti una donna che vive sola
senza uno scudo istoriato
senza una storia di bimbi
non è nè madre nè donna
ma un ibrido nome che viene
stampato in calce alla tua pagina.
(Alda Merini)
Wendy Ng
PENSARTI...
Pensarti
e pensare a te
e pensare soltanto a te e
pensare a berti
e pensare ad amarti ...
e pensare a sperare
e sperare e sperare
e sperare sempre più?
di rivederti sempre
Non vederti
e nei pensieri
non soltanto pensarti
ma già berti
e già amarti
E soltanto allora aprire gli occhi
e nei pensieri
soltanto allora vederti
e poi pensarti
e poi di nuovo amarti
e poi di nuovo berti
e poi
vederti sempre più bella
e poi vederti pensare
e pensare
che ti vedo
E vedere che posso pensarti
e sentirti
anche se
per tanto tempo ancora non potrò vederti.
e pensare a te
e pensare soltanto a te e
pensare a berti
e pensare ad amarti ...
e pensare a sperare
e sperare e sperare
e sperare sempre più?
di rivederti sempre
Non vederti
e nei pensieri
non soltanto pensarti
ma già berti
e già amarti
E soltanto allora aprire gli occhi
e nei pensieri
soltanto allora vederti
e poi pensarti
e poi di nuovo amarti
e poi di nuovo berti
e poi
vederti sempre più bella
e poi vederti pensare
e pensare
che ti vedo
E vedere che posso pensarti
e sentirti
anche se
per tanto tempo ancora non potrò vederti.
lunedì 20 marzo 2017
BUONA PRIMAVERA A TUTTI...
"Voglio fare con te
ciò che la Primavera fa con i ciliegi.."
Pablo Neruda
ciò che la Primavera fa con i ciliegi.."
Pablo Neruda
John William Waterhouse, "Primavera"
L'UCCELLO CHE CANTA NELLA TESTA...
L'uccello che canta nella testa
E mi ripete che t'amo
E mi ripete che m'ami
L'uccello del fastidioso ritornello...
Lo ammazzerò domani
Jacques Prevert
E mi ripete che t'amo
E mi ripete che m'ami
L'uccello del fastidioso ritornello...
Lo ammazzerò domani
Jacques Prevert
Terje Adler
NON INNAMORARTI...
Non innamorarti di una donna che legge,
di una donna che sente troppo,
di una donna che scrive…
Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza....
Non innamorarti di una donna che pensa,
che sa di sapere e che inoltre è capace di volare,
di una donna che ha fede in se stessa.
Non innamorarti di una donna che ride
o piange mentre fa l’amore,
che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più,
di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose),
o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro
o che non sa vivere senza la musica.
Non innamorarti di una donna intensa, ludica,
lucida, ribelle, irriverente.
Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così.
Perché quando ti innamori di una donna del genere,
che rimanga con te oppure no, che ti ami o no,
da una donna così, non si torna indietro.
Mai.
di una donna che sente troppo,
di una donna che scrive…
Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza....
Non innamorarti di una donna che pensa,
che sa di sapere e che inoltre è capace di volare,
di una donna che ha fede in se stessa.
Non innamorarti di una donna che ride
o piange mentre fa l’amore,
che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più,
di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose),
o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro
o che non sa vivere senza la musica.
Non innamorarti di una donna intensa, ludica,
lucida, ribelle, irriverente.
Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così.
Perché quando ti innamori di una donna del genere,
che rimanga con te oppure no, che ti ami o no,
da una donna così, non si torna indietro.
Mai.
sabato 18 marzo 2017
RABBIA...
Esplodi dentro come un’uragano,
trascinando dietro tutto ciò che il cuore non vuole più sentire,
non vuoi perdonare, non senti più ragione,
solo una profonda ferita che ritorna a far male,
ripieghi il capo con orgoglio,...
vuoi solo liberarti di tutta questa rabbia,
senza più alcun pudore,
urli, travolgi ogni cosa,
pensando che possa servire
a lenire il tuo dolore,
ora sola e stanca.
non hai più forza per lottare,
pensi che sia stato tutto inutile,
chiedere ancora il suo amore,
il tuo cuore chiede solo un pò di pace,
non vuoi più voltarti indietro,
e lasciare che la rabbia,
ti trasformi nella donna che non avresti mai voluto essere.
trascinando dietro tutto ciò che il cuore non vuole più sentire,
non vuoi perdonare, non senti più ragione,
solo una profonda ferita che ritorna a far male,
ripieghi il capo con orgoglio,...
vuoi solo liberarti di tutta questa rabbia,
senza più alcun pudore,
urli, travolgi ogni cosa,
pensando che possa servire
a lenire il tuo dolore,
ora sola e stanca.
non hai più forza per lottare,
pensi che sia stato tutto inutile,
chiedere ancora il suo amore,
il tuo cuore chiede solo un pò di pace,
non vuoi più voltarti indietro,
e lasciare che la rabbia,
ti trasformi nella donna che non avresti mai voluto essere.
HO ASPETTATO....
Ho aspettato per anni parole che non sono arrivate.
Ho incollato zampilli di silenzio alla sorgente viva
del mio dolore, prigioniera di un tempo mascherato
di generoso impegno.
Tra lettere di lacrime derise sono rimasta sola...
a perquisirmi l’anima, per salvarmi la vita
quel tanto che basta e aspettarti…
L’attesa mi ha regalato saggezza,
pazienza,
frammenti di felicità.
Ho incollato zampilli di silenzio alla sorgente viva
del mio dolore, prigioniera di un tempo mascherato
di generoso impegno.
Tra lettere di lacrime derise sono rimasta sola...
a perquisirmi l’anima, per salvarmi la vita
quel tanto che basta e aspettarti…
L’attesa mi ha regalato saggezza,
pazienza,
frammenti di felicità.
giovedì 16 marzo 2017
TI NOMINO...
Vado pronunciando il tuo nome
e odo la mia voce,
lontana,
e odo la mia voce,
lontana,
come se non fosse la mia
Ricordi che passano
mescolando immagini
e il suono della tua voce
con questa ferita
profonda che ti chiama…
e non rispondi.
Ti nomino,
sei luce
che illumina
per un istante
la mia coscienza
e poi…
il nulla,
la notte assoluta
e questo vuoto che mi fa soffrire
(Juan Baladán Gadea)
Ricordi che passano
mescolando immagini
e il suono della tua voce
con questa ferita
profonda che ti chiama…
e non rispondi.
Ti nomino,
sei luce
che illumina
per un istante
la mia coscienza
e poi…
il nulla,
la notte assoluta
e questo vuoto che mi fa soffrire
(Juan Baladán Gadea)
Bruno Di Maio
martedì 14 marzo 2017
SPEGNIMI...
Spegnimi
come il lume della notte,
come il delirio della fantasia.
Spegnimi come donna e come mimo,
come pagliaccio che non ha nessuno.
Spegnimi perché ho rotta la sottana:
uno strappo che è largo come il cuore.
(Alda Merini)
come il lume della notte,
come il delirio della fantasia.
Spegnimi come donna e come mimo,
come pagliaccio che non ha nessuno.
Spegnimi perché ho rotta la sottana:
uno strappo che è largo come il cuore.
(Alda Merini)
Angelo Batti
SOLITUDINE
Forse sarei più sola
senza la mia solitudine.
Sono così abituata al mio destino.
Forse l’altra, la pace,
potrebbe interrompere il buio
e popolare la mia stanza,
troppo stretta, temo,
per contenere il suo sacramento.
Non è cosa solita per me lo sperare.
Come un’intrusa, la speranza,
potrebbe profanare questo luogo di dolore.
Con la sua corte lusinghiera,
potrebbe essere più facile affondare,
in vista della terra
che raggiungere la mia penisola azzurra,
per morire di piacere.
(Emily Dickinson)
senza la mia solitudine.
Sono così abituata al mio destino.
Forse l’altra, la pace,
potrebbe interrompere il buio
e popolare la mia stanza,
troppo stretta, temo,
per contenere il suo sacramento.
Non è cosa solita per me lo sperare.
Come un’intrusa, la speranza,
potrebbe profanare questo luogo di dolore.
Con la sua corte lusinghiera,
potrebbe essere più facile affondare,
in vista della terra
che raggiungere la mia penisola azzurra,
per morire di piacere.
(Emily Dickinson)
Cayetano de Arquer
domenica 12 marzo 2017
LE DONNE COME ME,..
Le donne che vanno in giro di notte senza cercare un uomo
o un letto con dentro un uomo, o uno sguardo complice o il complice di uno sguardo.
Le donne che si bastano e sanno bastarsi,
che se vagano lo fanno per vagare e non per farsi trovare,
tuttalpiù per far perdere le loro tracce,
le donne sazie del resto, ma mai di loro stesse.
Le donne che cercano di precedere la loro angoscia,
prendendo l’ultimo sgabello in fondo a sinistra, quello in curva, il più tranquillo,
nel buio screziato d’anice, nel riflesso ramato del bancone,
nell’asse perfetto culo – pavimento.
Quelle donne, nel loro silenzio personale, nell’asperità di un sogno,
nel qualunquismo disperato di un’idea forse comune,
nell’introspezione inutile, nell’affanno di un disagio
e nel metro quadro di un’ipotesi azzardata.
Le donne come me, come te e come altre che non sanno dove collocarsi,
ecco, a queste donne dedico la voce roca di un buongiorno d’erba,
ginepro e tabacco,
dove ci vorrebbe un piano suonato in lontananza per non sentirsi fuori posto,
dove il mondo dovrebbe trovare un’altra voce per il suo vocabolario:
né amanti, né spose, né depresse e né puttane.
Ah sì, ci vorrebbe un fischio di un panettiere in bicicletta,
una chanson française, un aforisma, una frase perfetta.
Ci vorrebbe un riparo.
In certe mattine petrolio dove il caldo fa affogare i tacchi
e dove le case per rientrare sembrano sempre troppo lontane.
(Cecilia Resio, Bar)o un letto con dentro un uomo, o uno sguardo complice o il complice di uno sguardo.
Le donne che si bastano e sanno bastarsi,
che se vagano lo fanno per vagare e non per farsi trovare,
tuttalpiù per far perdere le loro tracce,
le donne sazie del resto, ma mai di loro stesse.
Le donne che cercano di precedere la loro angoscia,
prendendo l’ultimo sgabello in fondo a sinistra, quello in curva, il più tranquillo,
nel buio screziato d’anice, nel riflesso ramato del bancone,
nell’asse perfetto culo – pavimento.
Quelle donne, nel loro silenzio personale, nell’asperità di un sogno,
nel qualunquismo disperato di un’idea forse comune,
nell’introspezione inutile, nell’affanno di un disagio
e nel metro quadro di un’ipotesi azzardata.
Le donne come me, come te e come altre che non sanno dove collocarsi,
ecco, a queste donne dedico la voce roca di un buongiorno d’erba,
ginepro e tabacco,
dove ci vorrebbe un piano suonato in lontananza per non sentirsi fuori posto,
dove il mondo dovrebbe trovare un’altra voce per il suo vocabolario:
né amanti, né spose, né depresse e né puttane.
Ah sì, ci vorrebbe un fischio di un panettiere in bicicletta,
una chanson française, un aforisma, una frase perfetta.
Ci vorrebbe un riparo.
In certe mattine petrolio dove il caldo fa affogare i tacchi
e dove le case per rientrare sembrano sempre troppo lontane.
Alberto Sughi
LA CALMA NOTTE...
La calma notte arrende le cose
i nostri giorni passano nel vento,
io scorro sul tuo corpo...
e come luce mi rifletto.
i nostri giorni passano nel vento,
io scorro sul tuo corpo...
e come luce mi rifletto.
SAREBBE BELLO....
Sarebbe bello se tu mi amassi.
Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.
Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro.
Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa.
Se ti sfogassi con me....
Se mi regalassi un libro.
Se mi scrivessi una lettera.
Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.
Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica.
Se tu volessi baciarmi sempre.
Se fossi la più piccola, la più fragile e la più dolce per te.
Se fossi la più grande, la più incantevole, la più forte per te.
Se ti stessi simpatica.
Se tu ridessi pensando a me.
Se capissi il mio passato.
Se potessimo andare in America.
Se potessimo andare in Australia.
Se potessimo restare in casa.
Se ti piacessero le mie ciglia.
Se ti piacessero le mie gambe.
Se ti piacesse quello che scrivo.
Se ti piacesse quello che dico.
Se ti piacesse quello che non dico.
Se ti piacesse vedermi invecchiare.
Se ti piacesse sentirmi cantare.
Se ti piacesse vedermi felice.
Se ti piacessi quanto tu piaci a me.
Sarebbe bello, non ho nemmeno un dubbio.
Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.
Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro.
Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa.
Se ti sfogassi con me....
Se mi regalassi un libro.
Se mi scrivessi una lettera.
Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.
Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica.
Se tu volessi baciarmi sempre.
Se fossi la più piccola, la più fragile e la più dolce per te.
Se fossi la più grande, la più incantevole, la più forte per te.
Se ti stessi simpatica.
Se tu ridessi pensando a me.
Se capissi il mio passato.
Se potessimo andare in America.
Se potessimo andare in Australia.
Se potessimo restare in casa.
Se ti piacessero le mie ciglia.
Se ti piacessero le mie gambe.
Se ti piacesse quello che scrivo.
Se ti piacesse quello che dico.
Se ti piacesse quello che non dico.
Se ti piacesse vedermi invecchiare.
Se ti piacesse sentirmi cantare.
Se ti piacesse vedermi felice.
Se ti piacessi quanto tu piaci a me.
Sarebbe bello, non ho nemmeno un dubbio.
sabato 11 marzo 2017
PIU' LONTANO MI SEI...
Più lontano mi sei, più Ti risento
farmiti dentro il cuore
sangue, grido, tumore,
e crescermi nel petto.
Più sei lontano e più Ti porto addosso,
fra l'abito e la carne,
contrabbando cattivo,
volpe rubata che mi mangia il petto.
Gesualdo Bufalino
farmiti dentro il cuore
sangue, grido, tumore,
e crescermi nel petto.
Più sei lontano e più Ti porto addosso,
fra l'abito e la carne,
contrabbando cattivo,
volpe rubata che mi mangia il petto.
Gesualdo Bufalino
Mary Jane Ansell
PENSAMI...
Io ti imploro, nel silenzio più silenzioso,
ti imploro quando la pioggia batte sul tuo tetto,
o la neve scintilla sui vetri delle tue finestre,
mentre tu giaci ...tra il sonno e la veglia,
pensami nelle notti di primavera
e pensami nelle notti d’estate,
pensami nelle notti d’autunno e
pensami nelle notti d’inverno.
ti imploro quando la pioggia batte sul tuo tetto,
o la neve scintilla sui vetri delle tue finestre,
mentre tu giaci ...tra il sonno e la veglia,
pensami nelle notti di primavera
e pensami nelle notti d’estate,
pensami nelle notti d’autunno e
pensami nelle notti d’inverno.
venerdì 10 marzo 2017
SENTO I TUOI PASSI...
Sento i tuoi passi nella sala,
sento in ogni nervo i tuoi rapidi passi
che nessuno nota altrimenti.
Intorno a me soffia un vento di fuoco.
Sento i tuoi passi, i tuoi amati passi,
e l’anima fa male.
Cammini lontano nella sala,
ma l’aria ondeggia dei tuoi passi
e canta come canta il mare.
Ascolto, prigioniera dell’oppressione che consuma.
Nel ritmo del tuo ritmo, nel tempo del tuo
batte il mio polso nella fame.
Karin Boye
sento in ogni nervo i tuoi rapidi passi
che nessuno nota altrimenti.
Intorno a me soffia un vento di fuoco.
Sento i tuoi passi, i tuoi amati passi,
e l’anima fa male.
Cammini lontano nella sala,
ma l’aria ondeggia dei tuoi passi
e canta come canta il mare.
Ascolto, prigioniera dell’oppressione che consuma.
Nel ritmo del tuo ritmo, nel tempo del tuo
batte il mio polso nella fame.
Karin Boye
Vicente Romero Redondo
SENZA AMORE....
Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò. Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.
...
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò. Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.
...
Non pallida per la notte insonne -
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore -
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie - ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’ orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera -
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola -
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla -
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo -
ma non vivrò realmente mai più.
Blaga Dimitrova

Revello De Toro
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore -
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie - ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’ orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera -
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola -
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla -
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo -
ma non vivrò realmente mai più.
Blaga Dimitrova

Revello De Toro
giovedì 9 marzo 2017
L'AMORE CHE CI SOVERCHIA...
Scrivere, scriverti, ritrarti. Impregnarti
i capelli di tutte le
parole trattenute, sospese nell’aria, nel tempo, in
quel ramo di cortés carico di fiori gialli la cui
bellezza mi fa rizzare i capelli quando scendo
sola per strada pensierosa. Definire il mistero, il
momento preciso della scoperta, l’amore, questa
sensazione d’aria compressa dentro il corpo sinuoso,
l’esplosiva felicità che mi fa piangere e mi colora
gli occhi, la pelle, i denti, mentre divento
fiore, edera, castello, poesia, tra le tue mani che mi
accarezzano e mi sfogliano, facendo sorgere parole,
sconvolgendomi tutta, grondante del mio
passato, della mia infanzia, di ricordi felici,
di sogni, di mare che si infrange
contro gli anni, sempre
più bello e più grande,
più grande e più bello.
Come posso ghermire l’illusione, stringerla tra le mani e
liberarla davanti a te come una colomba felice
che voli via
a scoprire la terra dopo il diluvio; scoprirti fin
nelle pieghe più sconosciute, impregnandomi di te
lentamente, come una carta assorbente,
perdendomi,
perdendoci tutti e due, nel mattino in cui
abbiamo fatto l’amore
con tutto il sonno, l’odore, il sudore della notte
salata sui nostri corpi, inzuppandoci d’amore,
facendolo grondare in grandi immense onde,
immergendoci nell’amore, bagnandoci con
l’amore che ci
soverchia.
Gioconda Belli
Bruno Di Maio
GOMITOLO DI PIUME...
Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abituata
a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordami così – dicevi;
ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi – perchè ti vedo più profondamente così. Dunque,
come potrò avere voce. La poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.
Ghiannis Ritsos
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abituata
a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordami così – dicevi;
ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi – perchè ti vedo più profondamente così. Dunque,
come potrò avere voce. La poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.
Ghiannis Ritsos
Serge Marshennikov
POI A LETTO PENSO A TE...
Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato
Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo.
Anne Sexton
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato
Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo.
Anne Sexton
Kiera Malone
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LA CASA E' UN CORPO
Questa casa è piena della tua ombra. La casa è un corpo, -lo tocco, mi tocca, mi s`appiccica addosso, soprattutto di notte. Le fiamme dell...
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Forse attendo invano, ma spero in un ... “mi manchi” che mi accarezzi l’anima. (Gustave Flaubert) ...
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Non importa quanto tu sia lontano. I legami tra le anime esistono perchè creati dal pensiero. Fili invisibili che legano ricamando sull...
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Forse siamo al mondo per cercare l’amore, trovarlo e perderlo, più di una volta. Con ciascun amore torniamo a rinascere, ... e con ci...